Chianti y Chianti Clásico: Historia y Vino


Chianti es la zona en el corazón de la Toscana paisajística más famosa en el mundo, por su vino tinto, sus extraordinarias bellezas naturales, sus iglesias románicas, sus villas renacentistas y sus oasis de paz. En realidad,  tanto desde el punto de vista geográfico como desde el punto de vista histórico, los confines de la zona de Chianti  han sido siempre bastante discutidos y confusos,  los estudiosos/los expertos se hallan, tradicionalmente, divididos al respecto, y no son menores las discusiones sobre el vino.
Fuente:  www.panoramadelchianti.it
Repetti, un historiador y geógrafo toscano del siglo XIX, en el diccionario geográfico-físico-histórico de la Toscana publicado entre el 1833 y el 1846, definía así el Chianti: “ ... donde se tocan los territorios de cinco antiguas diócesis: Arezzo al este, Siena al sur, Volterra al oeste (actualmente Colle Val d’Elsa), Florencia y Fiesole al norte ...”. 

En conclusión una vasta región relacionada actualmente con la zona de producción del vino Chianti.

También las definiciones posteriores, desde un punto de vista geográfico, identifican la zona de Chianti con toda la zona de colinas entre Florencia, Siena y Arezzo. En cambio, desde el punto de vista histórico, se considera Chianti el territorio de los términos municipales de Gaiole, Radda y Castellina, o bien “la vieja Liga del Chianti” (alrededor de 1250 Florencia dividió su territorio en ligas para defenderse en caso de guerra. Radda in Chianti fue la capital del territorio de Chianti) con el añadido de todo el término municipal de Greve in Chianti, y parte del territorio de los términos municipales de Barberino Val d’ Elsa, San Casciano in Val di Pesa y Tavarnelle Val di Pesa en la provincia de Florencia, y de los de Castelnuvo Berardenga y Poggibonsi en la provincia de Siena, o sea la zona de producción del vino Chianti Classico.

Con el decreto ministerial del 5 de agosto de 1996 se ha puesto fin a un procedimiento legal que ha durado 70 años. El Chianti Classico, “el original”, la zona de origen más antigua del Chianti, se convierte en una Denominación de Origen Controlada y Garantizada autónoma (D.O.C.G.), la máxima expresión de calidad para un vino italiano, con una normativa de producción distinta a la del vino Chianti. Desde entonces, Chianti y Chianti Classico, son dos denominaciones diferentes, con diferentes normativas y zonas de producción. 

Hoy, la producción del vino Chianti Classico, debe tener por lo menos el 75-80% de la variedad de uva toscana principal, la Sangiovese, mientras el restante 20-25%, puede estar constituido por variedades de uva locales como la Canaiolo nero o Colorino, pero también por variedades de uva internacionales como Cabernet Sauvignon, Merlot y Syrah. No debe contener variedades de uva blanca. La famosa marca del “gallo nero” es el símbolo de este gran vino, símbolo que lo hace reconocible en todo el mundo.

El vino Chianti, es en cualquier caso una D.O.C.G. pero se produce en un vasto territorio que comprende las provincias de Arezzo, Firenze, Pisa, Pistoia, Prato y Siena con siete sub-áreas (Colli Aretini, Colli Fiorentini, Colli Senesi, Colline Pisane, Montalbano, Montespertoli, Rufina). Cada zona está regulada por una normativa diferente, pero en general, las nuevas normativas de producción establecen que se puede hacer vino Chianti también con variedades de uva blanca siempre que, individual o conjuntamente, no superen el límite máximo del 10%.

Antes de 1996 el vino Chianti era solo uno, y su fórmula, desarrollada por el Barón Ricasoli (conocido con el sobrenombre de el “Barón de Hierro” que tenía su residencia en el Castillo de Brolio en el Chianti) se había mantenido intacta por más de cien años. Esta fórmula estaba constituida por variedades de uva totalmente toscanas, principalmente Sangiovese, Canaiolo (variedades de uva tinta) con un pequeño porcentaje de Trebbiano toscano y Malvasia del Chianti (variedades de uva blanca) para hacer el vino más suave, agradable y ligero. Sin embargo, la fórmula se ha modificado en los últimos años por exigencias de un mercado que demanda vinos con mucha estructura y color.


En italiano:

Il Chianti è quella parte nel cuore della Toscana paesaggistica più conosciuta al mondo, per il suo vino rosso, le sue straordinarie bellezze naturali, le sue pievi romaniche, le sue ville rinascimentali e le sue oasi di pace. In realtà, dal punto di vista geografico e storico, i confini del Chianti sono abbastanza confusi e contesi da sempre, gli studiosi sono tradizionalmente divisi, e anche sul vino le dispute non sono da meno.
Fonte:  www.panoramadelchianti.it
Repetti, uno storico e geografo toscano dell'ottocento, nel dizionario geografico-fisico-storico della Toscana pubblicato tra il 1833 e il 1846, definiva così il Chianti: “… dove si toccano i territori di cinque antiche diocesi, Arezzo a est, Siena a sud, Volterra a ovest (attualmente Colle Val d'Elsa), Firenze e Fiesole a nord…”, insomma una vasta regione legata oggi alla zona di produzione del vino Chianti.

Anche in seguito, le definizioni dal punto di vista geografico individuano il Chianti in tutta l’area collinare tra Firenze, Siena ed Arezzo. Dal punto di vista storico, invece, si considera Chianti il territorio dei comuni di Gaiole, Radda e Castellina, ovvero la vecchia Lega del Chianti (intorno al 1250 Firenze divise il suo territorio in Leghe per difendere il territorio in caso di guerra e il territorio del Chianti ebbe come capoluogo Radda in Chianti) con l’aggiunta del comune di Greve in Chianti per intero, e parte del territorio dei comuni di Barberino Val d’Elsa, San Casciano in Val di Pesa e Tavarnelle Val di Pesa in provincia di Firenze, e dei comuni di Castelnuvo Berardenga e Poggibonsi in provincia di Siena, cioè la zona di produzione del vino Chianti Classico.

A conclusione di un iter legale durato 70 anni, con il decreto ministeriale del 5 agosto 1996 il Chianti Classico, “il primo”, “l’originale”, la zona di origine più antica del Chianti, diviene una Denominazione di Origine Controllata e Garantita autonoma (D.O.C.G.) la massima espressione di qualità per un vino italiano, con un disciplinare di produzione distinto da quello del vino Chianti. Da allora, Chianti e Chianti Classico, sono due diverse denominazioni, con differenti disciplinari e zone di produzione. Il Chianti Classico è sottoposto a un disciplinare più rigido che ne regolamenta strettamente la produzione.

Per la produzione del vino Chianti Classico, oggi, ci deve essere almeno il 75-80% del vitigno toscano principale, il Sangiovese, mentre il restante 20 al 25% può essere costituito da vitigni locali come il Canaiolo nero o Colorino, ma anche vitigni internazionali come Cabernet Sauvignon, Merlot e Syrah. Non ci devono essere vitigni a bacca bianca. Il famoso marchio del "gallo nero" è il simbolo di questo grande vino che lo rende riconoscibile nel mondo.

Il Chianti, è sempre una D.O.C.G, ma è prodotto nel vasto territorio delle province di Arezzo, Firenze, Pisa, Pistoia, Prato e Siena con sette sotto-zone (Colli Aretini, Colli Fiorentini, Colli Senesi, Colline Pisane, Montalbano, Montespertoli, Rufina). Ciascuna zona è regolata da un disciplinare diverso ma in generale i nuovi disciplinari di produzione stabiliscono che si può fare vino Chianti anche con i vitigni a bacca bianca ma che non possano, singolarmente o congiuntamente, superare il limite massimo del 10%.

Prima del 1996 il vino Chianti era solo uno, e la formula, sviluppata dal Barone Ricasoli (un protagonista anche politico del Risorgimento Italiano, noto con il soprannome di “Barone di Ferro” che aveva la sua residenza nel Castello di Brolio nel Chianti) era rimasta intatta per oltre cento anni.  Costituita da vitigni tutti Toscani, prevalentemente Sangiovese, Canaiolo (vitigni a bacca rossa) con una piccola percentuale di Trebbiano toscano e Malvasia del chianti (vitigni a bacca bianca) per rendere il vino più morbido, gradevole e beverino. Questa formula è stata sostituita negli ultimi anni per esigenze di mercato che richiede vini con molta struttura e colore.


Artículo elaborado por Leonardo Manetti de Chianti Poesia
(chiantipoesia.blogspot.com.es)


2 comentarios: